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Vanity Fair Francia intervista Robert Pattinson per il numero di Novembre 2020

Grazie a Vanity Fair Francia possiamo ora leggere una nuovissima intervista e lustrarci gli occhi con 4 nuove bellissime foto di Robert Pattinson! L’intervista e il servizio fotografico si sono tenuti il 17 gennaio a Parigi presso l’Hotel Bristol.

Ringraziamo Robert Pattinson Online per la traduzione dal francese all’inglese e per la gallery fotografica!

Robert Pattinson parla del tempo impiegato per girare Tenet

“Anche The Batman, le riprese dureranno 6 lunghi mesi. Abbiamo iniziato le riprese del film di Nolan a Marzo 2019 e si sono concluse a metà Novembre. A partire dal giorno dopo ho iniziato le prove di The Batman, comprese la preparazione fisica e le prove costumi…Avevo solo due giorni liberi.”

Robert Pattinson parla del progetto cinematografico su Chet Baker:

“Sono stato contattato per un progetto serio sulla figura di Chet Baker. Ho letto molto della sua vita, tra ‘Let’s Get Lost’, ho ascoltato le sue canzoni, ho studiato la sua voce. Prima di immergerti in questa vita caotica e triste – stiamo parlando di un trombettista che ha perso i denti perché doveva dei soldi ai suoi spacciatori e ha dovuto imparare da capo come suonare il suo strumento come se fosse un principiante – devi volerla interpretare. Chet è un personaggio tragico ma bellissimo. Ma impersonarlo è una trappola: questa ragazzo è così pazzesco che nessuno, davvero nessuno può suonare come Chet Baker se non Chet Baker stesso. Chet è l’unico attore che può interpretare Chet. Non si può competere. Pensi che sia andato ad Amsterdam? Quel uomo era un paradosso,” Pattinson continua. “Una voce perfetta – stavo per dire “celestiale” – e sebbene sappiamo che era letteralmente veleno per molte persone, non possiamo sapere il numero esatto di persone che ha avvicinato all’uso dell’eroina nella scena jazz ai tempi… Come puoi avere quella voce angelica, quello sguardo divino ed essere così doppio? Questo è il tipo di domande che mi facevo quando mi interrogavo su intepretare o meno questo personaggio.” Non possiamo fare a meno di mettere tutto ciò in contrasto con la sua perfezione.

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Sei perfetto, Robert?

Con la voce di un serpente o di un bambino, ha risposto: “Sì. Sono una persona perfetta e vuota. ” Scoppia a ridere. Non c’è odore di polvere o pericolo sulla scia di Pattinson.

Hai l’età di Cristo …

“Sì, ho 33 anni … Quest’anno sarà l’anno della mia risurrezione. No, facciamo sul serio per un secondo: c’è qualcosa di strano nella mia età. Da quando ho 30 anni, passo il tempo a dire che ne compirò 40. È piacevole, vedere che diversi progetti mi allontanano da quelli della mia giovinezza vampirica. È anche bello sentirsi più stabili ogni giorno. Sì, non vedevo l’ora di invecchiare.”

Quando sei entrato nell’industria cinematografica?

“Quando avevo 15 anni. Il che significa che ci ho passato esattamente metà della mia vita. Ero un bambino, poi di colpo sono diventato un attore. È così strano. Ci sono entrato quasi per caso. Il primo vero ruolo era già pura follia: Avevo 15 anni quando ho partecipato a Harry Potter. 15 anni… Prima di allora, ho fatto il modello e ho cercato di fare film per quattro anni, su istigazione di mia madre. Ho anche recitato in quel film, Vanity Fair, ma alla fine le mie scene sono state eliminate durante il montaggio, il che non è stato di buon auspicio per un buon inizio. Poi c’è stato Twilight, per quattro anni a tempo pieno, dal 2008 al 2011. Quattro anni … solo quattro anni … ma con quello che significava, all’improvviso … avevo 21 o 22 anni quando uscì il primo Twilight. Se in questo momento fossi sdraiato da solo su un divano, potrei rivedere ogni momento. Non c’è un secondo della follia di Twilight che non ricordi. Ma molto rapidamente, intorno ai 25 anni, ho sentito che non avrei potuto andare oltre in termini di popolarità. Dovevo mettermi in gioco altrove; con la sfida di diventare un vero attore, per esempio.”


Ti è piaciuto questo momento?

“Sì, perché era tutto abbastanza inaspettato. C’era piacere perché non era guidato da nessuna ambizione del tipo “essere il padrone del mondo”. Ora la mia ambizione è cambiata: voglio recitare in film che mi piacerebbe vedere. Quando recito in Good Time dei fratelli Safdie o in High Life di Claire Denis, so che sto iniziando ad avvicinarmi a me stesso. Mi dico che finalmente c’è un attore che sta emergendo nelle inquadrature di questi film. E voglio spingerlo ancora oltre. Non mi interessa davvero se diventa popolare come il Pattinson di Twilight. In qualche modo, conosciamo la risposta: no. Difficilmente può andare oltre e, inoltre, non è destinato a farlo. Se non altro perché un uomo di 33 anni non provoca lo stesso tipo di esaltazione in un pubblico adulto. È più premurosa come relazione, meno isterica, meno feticista. Il mio rapporto con la carriera è semplice: vedo molti film, soprattutto di notte. Alcuni di loro mi esaltano così tanto che a volte scrivo e-mail alle 3:00 a chi li ha fatti per dire che “desidero recitare per loro”. Eccolo, il lusso che mi posso permettere.”

Per inciso: Possiamo testimoniare di aver visto un giovane regista emergente spagnolo, che vive a Berlino, lavorare come cameriere in un ristorante vegetariano in attesa di finanziare il suo primo progetto cinematografico, ricevere una sera un messaggio che inizialmente pensava fosse falso. Mettiti nei suoi panni: Pattinson aveva appena visto il suo cortometraggio auto-finanziato su una micropiattaforma indipendente e gli ha detto quanto sarebbe stato felice di supportarlo nella sua carriera da lì in avanti.

Quando arrivi sul set di un film indipendente, il tuo atteggiamento è ancora quello della star adulata?

“No, al contrario. Divento un dilettante che deve imparare tutto, partire da zero, dimenticare quello che sa, chi deve ascoltare. Se venissi sul set da star degna, con un sacco di condiscendenza, per immischiarmi in un progetto meno spettacolare per guadagnare un po’ di credito artistico, mi mancherebbe l’approccio ma anche la possibilità di essere accolto in film esigenti davanti ai quali non c’è più un sistema stellare che conti. Al contrario, bisogna essere umiliati di fronte a persone che fanno progressi nel cinema.”

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Hai paura di girare le scene?

“È strano. Quando leggo un copione, molto spesso dopo poche pagine so già come interpretare il personaggio. L’ansia di solito inizia esattamente un mese prima delle riprese. Poi all’improvviso, la mia fiducia sparisce e viene sostituita dal dubbio. Non ho più alcuna idea di nulla, su come dovrei farlo, fino al momento della riprese.”

Quanti giorni ti servono per trovare il personaggio?

“Non c’è nessuna regola. Dipende da cosa riesco a trovare dentro di me. Il pericolo più grande nella mia vita quotidiana sarebbe non emozionarmi per ciò che mi circonda. È nella mia vita che riesco a trovare gli elementi per affinare la mia tecnica. Queste cose sono spesso molto intime, a volte sono persino sogni che invoco per essere in grado di riprodurre la scena nel modo in cui penso che dovrebbe essere girata.”

Può farmi un esempio?

“Tanto per cominciare, per The Batman, sto usando cose al momento che sembrano fragili rispetto all’importanza del progetto. Conversazioni che ho avuto con amici intimi, embrioni di sogni. Questa è la parte segreta e sensibile dell’attore di fronte alla pesantezza del progetto. In The Batman, in Tenet, una gigantesca squadra di tecnici ti circonda e quando dici: “Andiamo Robert… Azione!” Devi dimenticare questa massa di persone e recitare davanti ai tuoi pensieri, ai tuoi demoni. Sì, ho la frenesia necessaria a un attore per affrontare la tensione del set, l’aspettativa smisurata di tutte queste persone e per trasformarla in un dialogo tra me e me stesso. È una sensazione eccitante e orribile essere quella “merdina” che rischia di piazzare tutta l’artiglieria pesante, tutte le infrastrutture di guerra, perché non è riuscita ad andare a prenderla… Ci penso, qualche giorno prima delle riprese.”

Sei ancora in grado di sorprendere te stesso?

“Ho dato sfogo a una pressione che ha finito per impazzire. E mi piace. Il dover sorprendere, il mio pubblico e soprattutto me stesso, è diventata l’unica sfida valida. Ed è molto più difficile, credimi, della sfida al botteghino. Con Batman e Tenet, si potrebbe sempre dire che sto cercando di tornare a quelle altezze – stiamo parlando di milioni di voci. Ma Tenet è anche un film sperimentale. Per quanto riguarda Batman, guardo prima al personaggio e a quello che ho a che fare con esso, a come dovrò portare alla luce le sfumature di questo personaggio, rendendolo sempre più complesso. Batman è un ruolo con il quale devo imparare a interpretare meglio la sua ambiguità. E’ fuori questione interpretare un personaggio da un’unica prospettiva. È bellissimo invece poter interpretare personaggi che sembrano vivere in due o più stati mentali contemporaneamente. E poi, immagina: ami cucinare e dopo anni riesci ad ottenere il piatto perfetto, il più sano, il più equilibrato, il più gustoso; lo mangeresti onestamente ad ogni pasto? No! Cosa sogneresti in segreto? Farti un buon e grasso cheeseburger, ah ah ah ah.

Fuma una sigaretta in silenzio e si perde nel panorama.

Sai, quando abbiamo girato The Lighthouse, sono impazzito per via di dove stavamo girando. Il faro, con niente intorno, soltanto pietre. Nel film, dovrebbe rappresentare l’inferno stesso, il precipizio della follia. Volevo davvero andare in vacanza lì. Semplicemente perché amo la solitudine. Mi piace così tanto che non lascio l’hotel quando sto girando. Per settimane e settimane, resto rinchiuso nella mia stanza. Guardo film, guardo fuori dalla finestra per ore, la gente che cammina per strada.”

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Che consiglio darebbe Robert Pattinson, l’uomo, a Robert Pattinson, l’attore, la leggenda?

[Silenzio] “Non ne ho idea. Probabilmente perché non ho mai separato la persona dall’attore. Non credo alla tua versione che ci sia un vero me e la star. Al contrario, credo di aver cercato di ridurre il divario tra la persona privata e la persona pubblica. Certo, quando mi vedo sulla copertina di una rivista, non posso dire a me stesso: “Ah, ecco, sono proprio io.” Ma cerco coerenza. E arriva attraverso il desiderio di essere me stesso il più possibile mentre cerco di esplorare personaggi che non mi assomigliano. I miei personaggi non sono come me. Non sono affatto come me. E ciò non mi disturba troppo. Intorno a me, alcuni amici attori sono preoccupati di come sono percepiti all’esterno a causa dei loro personaggi. Io non lo sono. Quello che mi darebbe fastidio sarebbe fare la stessa cosa ancora e ancora. Sempre gli stessi ruoli, gli stessi film. Sempre lo stesso Pattinson.”

Cosa significa per te la modernità?

“Si tratta di adattarsi. Tutto si muove troppo velocemente, tutto è sempre sull’orlo del caos. Ma non dobbiamo avere paura di fronte a questa velocità. E poi, c’è una certa bellezza nel contemplare il caos, vero?”

Traduzione di Robert Pattinson Italia


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